Lettera aperta del presidente Pacini a genitori, insegnanti e politici


Come presidente di società sportiva e genitore, Gianni Luca Pacini condivide e fa suo il contributo di un giovane studente di 21 anni...

Vi accorgete di noi solo quando facciamo le cazzate. E ne facciamo parecchie. La risposta è la solita: divieti, sanzioni e squilli di tromba, per poi voltarsi tranquilli dall’altra parte, fino alla nuova “emergenza”. Dopo essere stati assediati dai bulli, aver sconfitto chi frega i pezzi dai motorini, aver reso la vita impossibile a chi va allo stadio o chi fa una scritta su un muraccio, il nuovo nemico è il bere dei vostri figli. 
 Come se tappando le bocche per ordinanza si sconfiggesse questo nuovo avversario del vostro quieto vivere. Per poi tornare soddisfatti e col piglio da “grandi educatori” a occuparsi di lavavetri, borsoni, cani abbandonati, anziani accaldati e autovelox taroccati. Per svegliarsi sorpresi alla prossima cavolata. Forse dovreste pensare ai figli anche quando “va tutto bene”.
 Nelle nostre infanzie tempestate da televisione e merendine, da videogiochi e da tanti “sì”, abbiamo avuto quasi tutto, senza desiderarlo. Le famose frasi: “Ai miei tempi dovevo tornare a casa alle 7 di sera, sennò nonno me le dava” sono burle con cui genitori e figli sempre più complici, irridono i tempi andati. I pochi professori severi sono trattati da giapponesi sull’isoletta del Pacifico. Siamo cresciuti senza doveri e con scarse limitazioni nella società dei nostri genitori. Con pochi modelli di esempio, ma con molti piedistalli illuminati su cui salire per un po’, come ambizione incerta. Pretendete una moderazione e un’educazione che non ci avete dato e non ci state dando.
 La vostra società è fatta di furbizia e di clientele. Di evasori fiscali, di falsi invalidi e baby pensionati. Di concorsi truccati e di una politica arrogante e arraffona. Ghettizzate gli immigrati, chiudete gli occhi di fronte ai morti sul lavoro, sperate di vincere il Superenalotto. Noi siano i vostri figli. E questa società la vediamo bene, come vediamo bene il futuro di contratti precari e di lavori ai quali non ambiamo, ma di cui ci dobbiamo accontentare. In un giochetto molto italiano in cui ogni volta “tutto cambia perché alla fine niente cambia” e l’ingranaggio gira.
E tutta la vostra preoccupazione è di non farci bere una birra in più.
Edoardo Barabino, 21 anni, studente

Mi rivolgo a tutti i genitori come me, agli insegnanti, alla nostra classe politica, inoltrando questo contributo di un giovane studente di 21 anni. Meditiamo, meditiamo, se ancora abbiamo e vogliamo avere la speranza di un futuro migliore per la nostra società. Amare i nostri figli è amare noi stessi. Ascoltiamoli...
Gianni Luca Pacini, presidente A.C. Maliseti e genitore


Articolo tratto da: Maliseti Seano A.S.D. - Vecchio sito - http://www.maliseti.it/maliseticalcio/old/
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