Traffico di droga dietro il call center di via Montalese


Undici arresti ed ingenti sequestri di cocaina ed hashish. Al centro delle indagini una donna marocchina di 32 anni, titolare di un phone center a Maliseti...

Il capo dell’organizzazione sarebbe stato il marito, Kamal Er Zyane, marocchino senza permesso di soggiorno. Secondo l’accusa era però lei, sua connazionale e sposa di 32 anni, a reggere il traffico internazionale di droga che la coppia avrebbe messo su lungo l’asse Padova-Prato, con fornitori nell’Europa settentrionale, in Marocco e in Spagna. Nezha Er Raouy, titolare di un phone center in via Montalese, madre di una bambina di tre anni e in attesa di un altro figlio, non ha però seguito il marito in carcere. Con una gravidanza al settimo mese, le sono stati concessi gli arresti domiciliari.

L’operazione Teleboutique è stata coordinata dalla Dda di Firenze e condotta dalla squadra mobile pratese con la collaborazione dei colleghi della questura di Padova e dei carabinieri di Vicenza. Otto gli ordini di custodia cautelare in carcere; tre i domiciliari.

Tutto è partito da un controllo casuale della polizia stradale, nel 2006 in autostrada, che fermò un marocchino con 5 chili e mezzo di stupefacenti in auto. Da lì, gli accertamenti della Mobile pratese.

Oltre alla coppia, ritenuta al centro dell’organizzazione, poliziotti e carabinieri hanno arrestato in Veneto Imad Shabarek, siriano di 41 anni. Sarebbe stato lui il vero e proprio corriere, capace di acquistare cocaina in Olanda e di distribuirla in Italia, in parte in Veneto e in parte alla coppia di coniugi residenti a Prato.

Il quarto personaggio ritenuto d’un certo peso è invece Sofien Ben Bechir, 28enne tunisino che abita a Firenze, dove era già detenuto nell’ambito della stessa inchiesta. Anch’egli avrebbe trasportato droga, in particolare hashish. Entrambi i presunti corrieri non hanno faticato ad ammettere che cambiavano spesso schede telefoniche, di preferenza indiane o pakistane, per non essere seguiti a distanza nei loro spostamenti.

Agli undici arrestati è contestato il reato associativo per il traffico e lo spaccio di stupefacenti. L’organizzazione può però dirsi divisa in due tronconi, con il call center della coppia di marocchini nel mezzo.

La droga proveniente dall’estero, infatti, veniva rivenduta in zona da una rete nella quale spiccherebbe Aziz Motte, algerino del 1980, già detenuto alla Dogaia. Per la stessa inchiesta, continuando a sfogliare la lista degli arrestati, era già finito ai domiciliari Eddine Nour Choukri (marocchino di 32 anni) in carcere da lunedì, Adelhak Sakraoui (marocchino di 35 anni) residente a Vernio e condotto in carcere, Jamal Asni (anch’egli marocchino, 28 anni e residente a Montemurlo) da lunedì ai domiciliari, Rachid Boulahkalat (nato in Marocco nel 1978) e passato direttamente dai domiciliari al carcere, Bouchaib Essalami, detto Shaiba, marocchino di 39 anni, Sahib Khalfi (25 anni marocchino residente a Quarrata) ora agli arresti domiciliari.

(da Il Tirreno, 20 marzo 2008)

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Articolo tratto da: maliseti.it - il portale della nostra frazione - http://www.maliseti.it/
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